Lanterne (a luci) rosse

In Cina se ne parla ormai da mesi. Ora l’attesa dovrebbe essere quasi finita.

Ambientata nei suggestivi vicoli degli Hutong di Pechino, le famose case-cortile della città vecchia, la commedia “Red Light Revolution” racconta la storia di Shunzi, un disoccupato che per sbarcare il lunario decide di aprire un Sexy shop sconvolgendo familiari e vicini e istigando una vera e propria rivoluzione sessuale nel suo quartiere. Il tutto condito con battute, ammiccamenti ed equivoci.

La produzione e la regia sono australiane, ma l’ambientazione e la maggior parte degli attori sono cinesi al cento per cento. Sam Voutas, il regista, durante un’intervista rilasciata all’Indipendent ha affermato di aver trovato l’ispirazione gironzolando per le strade di Pechino: “Mi ha sorpreso vedere quante centinaia di negozi per adulti in più esistano ora rispetto agli anni ’80. Sono aumentati passo passo con la commercializzazione della Cina. Negli anni ‘90 c’era un unico negozio di questo tipo, e sembrava un ospedale. Mi interessava cosa spinge qualcuno a aprire una tale attività. Ho quindi deciso di approfondire il tema utilizzando la commedia”.

Nonostante la Cina sia un paese in cui le pubblicazioni pornografiche di ogni genere sono espressamente illegali e in cui il sesso rimane un tabù, il boom ha coinvolto anche l’industria a luci rosse. La Repubblica Popolare, infatti, produce oggi il 70% dei prodotti erotici destinati ai negozi per adulti in tutto il mondo e sul suo territorio conta più di 200 mila sexy shop. La crescita dell’industria ha inoltre coinciso con un cambio di mentalità della società soprattutto tra i giovani, che sono sempre più aperti e tolleranti nei confronti delle tematiche e delle abitudini legate alla sessualità.

Al momento resta solo da capire se le autorità censorie di Pechino accetteranno di diffondere in patria una pellicola che potrebbe turbare i promotori della cosiddetta “Società Armoniosa”.