Sven Englund è uno studente svedese di 24 anni, e ieri è stato espulso dalla Cina.
Motivazione ufficiale: “aver messo a rischio l’ordine pubblico e aver violato l’articolo 55 della legge sulla sicurezza sociale della Repubblica Popolare Cinese”.
In realtà, il sedizioso europeo non ha fatto altro che pubblicare sul suo blog cinese una lettera aperta a Hu Jintao, in cui chiedeva al Presidente della Repubblica Popolare di partecipare ad un flash mob in favore della libertà.
Il 27 giugno, Englund ha postato alcuni autoscatti sulla falsariga di quelli realizzati dall’artista attivista Ai Weiwei e si è così rivolto alla massima autorità cinese:
“Caro Presidente,
non ha risposto alle mie prime due lettere. Probabilmente è troppo impegnato nella preparazione delle celebrazioni del 1° Luglio [n.d.r.: il 90° anniversario della nascita del Partito Comunista Cinese]. In realtà, anch’io ho i miei programmi. Oggi, ho scattato alcune foto nel distretto Putong di Shanghai. L’idea l’ho presa da Ai Weiwei. Ha presente Ai Weiwei? Ha tenuto una mostra d’arte denominata “Fuck Art”. Io di solito non uso termini come quelli, ma sono d’accordo sul fatto che la libertà di informazione sia molto importante. A mio parere, la Cina non ha questa libertà. Quindi per il mio 1° Luglio avrei questo progetto: un’azione di flash mob con inizio alle ore 18:00 nel distretto di Pudong. Non posso andarci da solo, ho proprio bisogno di un flash mob. È per questo che vorrei che lei prendesse parte all’iniziativa e inoltrasse questo messaggio a tutti i suoi amici che amano la libertà. Se non avesse tempo di venire a Shanghai, può sempre organizzare un flash mob in qualsiasi altra città. Ok?”.
Il post prosegue spiegando i dettagli della manifestazione pacifica e invitando i partecipanti a mettere in evidenza su qualche parte del corpo i caratteri 自由 Ziyou, quelli della parola “libertà”.
La risposta delle autorità cinesi non si è fatta attendere: Englund è stato subito chiamato a sostenere un interrogatorio dalla polizia. Gli è stato requisito il passaporto e gli è stato chiesto di scrivere un post di rettifica in cui annullare il flash mob spiegandone la sua formale illegalità. Il giovane, infatti, secondo la polizia avrebbe dovuto inoltrare una preventiva richiesta di autorizzazione.
Venerdì 8 luglio il visto da studente di Sven Englund è stato revocato e sabato il giovane è stato costretto ad espatriare e tornare in Svezia.
Da molto tempo la Cina non espelleva dal suo territorio cittadini stranieri. Un segnale anche questo della crescente paura che il governo cinese ha di internet. Le rete, infatti, viene identificata sempre di più come un luogo di potenziale aggregazione sociale, in particolar modo da quando a febbraio si sono moltiplicati, e sono stati immediatamente censurati, gli inviti a diffondere anche in Cina lo spirito della “Jasmine Revolution”.
(La foto di Ai Weiwei da cui ha tratto ispirazione Sven Englund)